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Edificio termale in contrada “Vagni” ( II-III secolo a.C. ) da Via Piave

Foto Salvo La Spina.

L’abbondanza di acque nella vallata, segnalate dalla presenza di abbeveratoi e di una sorgente, spiega l’ubicazione di questo grandioso edificio termale ubicato fuori dall’abitato. I resti della struttura si trovano sul ciglio di una vallata erosiva, il cui letto scorre al di sotto del ponte ottocentesco che mette in comunicazione le due sponde. Dalla sponda dalla quale accede il visitatore è possibile notare la parete della grande cisterna che serviva a convogliare le acque che erano destinate all’impianto termale.

Le terme viste da sud-ovest dal sentiero di accesso. Foto di Alessia Spoto Barbagallo

I ruderi sul lato opposto della vallata, alti 8 m e larghi 41 m, sono caratterizzati da 5 absidi e un muro rettilineo al declivio. I resti visibili costituiscono la parete terminale dei grandi ambienti che, a causa del dissesto generato dal burrone, sono stati quasi del tutto cancellati. Sul muro, edificato in un momento successivo, è possibile notare ancora tracce di intonaco dipinto a motivo geometrici e vegetali. Sulla prima abside da destra, rispetto all’osservatore, è possibile individuare un sedile e un plinto quadrangolare in muratura. L’abside adiacente è da identificare come il frigidarium, ambiente destinato al bagno freddo, caratterizzato da una piccola piscina chiusa da un parapetto (razziato per i mattoni).

Sopra, le terme dopo il restauro del 2004. Foto da www.distrettodeamorgantina.it

Le altre 3 absidi, non intonacate, né pavimentate, erano la parte terminale di ambienti di servizio attraverso i quali passava il canale di deflusso della piscina del frigidarium. I recenti scavi hanno rivelato che l’edificio fu utilizzato, con funzione diversa da quella originaria, almeno fino al 1246, data di emissione di una moneta trovata negli strati medievali.

Grafica di Alessia Spoto Barbagallo

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