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Dogana

La “Dogana” da nord. Foto di Alessia Spoto Barbagallo.

La Dogana ( a duana ) è situata lungo via Napoli, a circa 450 metri dai resti della Panneria.  Al sito, oltre che dalla strada, è possibile accedere mediante una scalinata che lo collega a via Roma, posta sul terrazzamento a quota superiore. Il nome deriverebbe dal ritrovamento al suo interno di pesi e misure in pietra. L’ipotesi è alquanto verosimile visto che l’edificio fu in uso almeno fino in epoca medievale. Di certo non nacque però per tale funzione. Si tratterebbe infatti di un monumento funerario, della stessa tipologia del Castello di Corradino, ossia una tomba monumentale su podio con camera superiore, ma di dimensioni inferiori. Con buona probabilità i due monumenti furono concepiti dalle stesse maestranze.

La “Dogana” in un guazzo di fine ‘700 di Jean Houel.
Da www.sacenturipe.altervista.org.

Se per il monumento intitolato a Corradino l’abbassamento del piano di campagna avevo lasciato scoperte le fondazioni e il podio, qui succede il contrario: un innalzamento del piano di campagna ha comportato l’interramento di almeno 4 m dell’intera struttura. Il podio e parte delle pareti del piano superiore sono nascosti dunque. A differenza del castello di Corradino inoltre, qui si è mantenuta la copertura, voltata a botte. Il fronte è completamente andato perduto (consentendo l’osservazione dell’interno), mentre esiste ancora la parete di fondo.

 Lo spazio oggi visibile doveva essere separato in due ambienti, di cui uno costituiva il vano di accesso. Il podio probabilmente doveva accogliere la camera sepolcrale; il piano superiore, l’ambiente in cui si svolgevano le pratiche del culto dei morti. La struttura, ben conservata, è un ottimo esempio del sapiente uso da parte dei romani dell’opus caementicium e delle strutture voltate: come nell’analogo e coevo edificio funerario di Corradino, per quanto riguarda la volta è possibile notare l’uso nell’opus caementicium di pietra lavica spugnosa, per alleggerire la struttura.

Il sito osservato dalla scalinata che conduce ad esso. Foto di Alessia Spoto Barbagallo

Dalla sezione visibile dei muri, è possibile notare oltre i tipici filari orizzontali in mattoni a intervallare il paramento lapideo, dei filari verticali, quasi dei contrafforti, che potrebbero essere un espediente antisismico.

Recentemente si è svolto in questo sito un evento musicale molto suggestivo.

Grafica di Alessia Spoto Barbagallo

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