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Edificio detto “Augustales” ( II-III d.C. ) in Via Giulio Cesare


Si tratta di un articolato complesso architettonico che prende il nome “Augustales” dall’iscrizione qui rinvenuta, che reca una dedica del quadrumviro augustale Lucio Calpurnio Aftoneto al Genio Augusto. Si ipotizza che una degli ambienti messi in luce potesse essere sede di un collegio di sacerdoti che avevano il compito di officiare riti in onore del defunto Gaio Giulio Cesare Augusto. A supportare questa ipotesi vi è il pregiato ritratto di Augusto in marmo, scoperto nei pressi di un pilone moderno che regge la strada soprastante.

Le basi dei cinque piloni costituiscono le fondazioni degli edifici antichi. Quasi certamente, tale complesso monumentale costituisce a tutti gli effetti una parte del foro della città in epoca romana. Dagli scavi degli anni Cinquanta è stato possibile identificare tre fasi cronologiche e scoprire altre iscrizioni e gruppi scultorei, in parte esposti al Museo Archeologico.

Vista da Nord-Est del sito. Foto di Fabio Privitera

La prima fase edilizia risale al 150-200 d.C. ed è costituita da un porticato (N-S) sorretto da colonne che si affacciavano su una strada lastricata; una di queste colonne è oggi incassata sul muro moderno. Un muro di blocchi di pietra locale, visibile dietro i piloni moderni, delimitava il porticato. Fra le basi di due colonne che si conservano in loco è possibile intravedere l’ingresso laterale di un edificio (soppiantato dall’ambiente su podio di seconda fase e successivamente da un pilone moderno) messo in evidenza dalla colarata pavimentazione in marmo, ormai scomparsa.

La pavimentazioni in lastre calcaree ( in basso a sinistra ) dello spiazzo del foro vista da Nord. Foto di Alessia Spoto Barbagallo


Alla seconda fase, 200-225 d.C., appartiene un ambiente elevato su podio, costruito tra il porticato e il suo muro di fondo; vi si accedeva da N tramite una scalinata in marmo, ora interrata. Tale struttura, le cui pareti e pavimentazione erano rivestitate in marmo, è stata interpretata come curia, come la sede degli Augustales o come un tempietto; oggi si conserva solo il podio. Sempre a questo periodo risale l’edificio a SO, un’abitazione privata della quale oggi rimane un vano rivestito da una pavimentazione a mosaico.

Pavimento a mosaico in una foto di Enzo Castiglione. Da www.enzocastiglione.blogspot.com


All’ultima fase, III-IV d.C., sono da datare i muretti che suddividono in diversi vani l’ambiente porticato. A Sud di questo complesso monumentale è stata scavata una galleria lunga 120 m. che collegava i due versanti dell’abitato; unica del genere in Sicilia, per motivi di sicurezza non è visitabile.


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